Basato sull’alfabeto latino, l’alfabeto francese è composto da 26 lettere, anche se in origine ne aveva 25, la «w» è stata aggiunta a metà del XIX secolo, e viene chiamato «doppia v» in modo simile all’alfabeto spagnolo.
Un alfabeto relativamente nuovo, considerando che l’alfabeto francese come è conosciuto oggi è in uso da meno di duecento anni, ha caratteristiche proprie in termini di accenti, sia gravi (à, è e ù) che acuti (é), con il cosiddetto accento circonflesso applicato a tutte le vocali (â, ê, î, ô, û).
La dieresi (tréma in francese) è applicata alle lettere ë, ï, ü, ÿ, così come la «ç» (cediglia) usata per rendere la lettera «c» pronunciata come «s».
Allo stesso modo, l’alfabeto francese, che comprende le stesse lettere dell’alfabeto latino moderno, usa due legature (Æ – æ) e (Œ – œ) ma queste non appaiono nell’alfabeto vero e proprio.
Il francese iniziò a standardizzarsi con la conquista dei Franchi e dei Galli da parte di Carlo Magno nel XVI secolo e successivamente emerse come una combinazione di latino e provenzale.
Chiamato «lingua romanza», il francese discende dal latino come lo spagnolo e l’italiano e nella sua ortografia usa tutte le lettere di base dell’alfabeto latino, le sue varianti e i separatori ortografici, così come i simboli matematici e di valuta.
Imparare l’alfabeto francese è di fondamentale importanza per parlare fluentemente questa lingua e per padroneggiare la pronuncia delle parole, poiché, a differenza dello spagnolo, non tutte le lettere sono spesso pronunciate.
Per quanto riguarda la grammatica della lingua francese parlata e scritta oggi, è rimasta sostanzialmente invariata dalla fine del XVII secolo quando, con l’obiettivo di standardizzare e chiarire l’uso di questa grammatica, fu istituzionalizzata nell’Académie Française.